10 cose da sapere quando si organizza un viaggio negli Stati Uniti


Gli Stati Uniti sono stati la nostra destinazione per ben tre volte. Al di là della distanza, sono un paese che si presta benissimo ad essere visitato in totale autonomia, anche se non si è dei grandi esperti di viaggio. Sia che decidiate di limitare la vostra permanenza ad un solo luogo (presumibilmente New York) sia che optiate per un viaggio itinerante, vi basterà sapere quanto segue per poter partire serenamente e godervi al meglio la vostra avventura.

  1. All’incirca due settimane prima della partenza ricordatevi di compilare l’ESTA, una sorta di visto per l’ingresso negli USA. L’approvazione è necessaria per poter entrare e il foglio che l’attesta va presentato assieme al biglietto aereo. Questa procedura ha un costo di 14$ e va eseguita online. Tuttavia potete anche richiedere che ve la compili la vostra agenzia di viaggi. Questa sorta di “permesso” ha validità due anni, ecco perché si consiglia di aspettare a compilarlo: si spera sempre di poterlo riutilizzare. Ad ogni modo tenete presente che l’autorizzazione potrebbe non essere immediata pertanto meglio prendersi almeno due settimane in anticipo.
  2. Altrettanto importante è importante stipulare un’ASSICURAZIONE SANITARIA. perché negli USA le spese mediche da sostenere potrebbero essere veramente onerose. Noi abbiamo sempre stipulato la polizza Globy Rosso di Allianz. Per il nostro viaggio di 21 giorni tra California e parchi naturali abbiamo speso 155 € a testa.
  3. Anche se prenotate già tutto da casa, tenete presente che negli Stati Uniti si da per scontato che abbiate una CARTA DI CREDITO, che spesso viene registrata come cauzione durante il vostro soggiorno negli alberghi o per il noleggio dell’auto. Specie nel secondo caso non accettano le prepagate. Venendo utilizzata molto spesso, anche solo per le cauzioni, è opportuno che la carta di credito abbia un platfond adeguato al tipo di viaggio che state programmando. Ad ogni modo, sebbene negli Stati Uniti sia consuetudine pagare anche il caffè con la carta di credito, un po’ di contanti sono sempre utili. Partire con qualche dollaro già in tasca fa sicuramente comodo ma i cambi effettuati dalle banche sono sempre estremamente svantaggiosi. La cosa che vi consiglio di fare è prelevare direttamente all’arrivo in aeroporto in uno dei tanti ATM che troverete. N.B. Mentre per i pagamenti con le più comuni carte di credito (MasterCard, Visa) non ci sono mai problemi, informatevi bene se il vostro circuito bancomat sia effettivamente agevole negli USA. Il circuito Maestro funziona praticamente sempre, con quello V-Pay invece abbiamo fatto molta fatica per riuscire a prelevare.
  4. Quando chiuderete la vostra valigia per affrontare un volo verso gli USA, ricordatevi di usare solo ed esclusivamente LUCCHETTI TSA. Questo particolare sistema di sicurezza permette agli addetti ai controlli di poter ispezionare in qualsiasi momento (anche durante uno scalo) il vostro bagaglio senza danneggiare la valigia. Il tutto grazie ad una apposita chiave passepartout: la chiave TSA appunto. Alla stessa maniera, se siete soliti usare la combinazione di sicurezza della vostra valigia, assicuratevi sempre che anche questa sia TSA. Per quanto riguarda le valige di produzione recente non dovrebbero più esserci problemi perché ormai vengono prodotte così per default. Se invece ne utilizzate una vecchia, meglio comprare l’apposito lucchetto. Posso garantirvi che i controlli negli aeroporti americani non scherzano e non si fanno alcun problema a tagliarvi la valigia per aprirla. I lucchetti TSA ormai si possono acquistare ovunque: persino da Decathlon o all’Ikea e hanno mediamente un costo di 10€.
  5. Se il vostro volo aereo prevede uno scalo all’interno del territorio statunitense (come è stato per noi nel viaggio da Venezia a San Francisco con scalo a Philadelphia) cercate di tenervi abbastanza larghi con i tempi. A prescindere dal fatto che non dobbiate ancora uscire dall’aeroporto, una volta sul suolo americano dovrete comunque affrontare il controllo alla DOGANA. L’attesa in fila potrebbe essere piuttosto lunga, il controllo invece dura all’incirca cinque minuti. Per essere tranquilli con le coincidenze, calcolate sempre che potreste aver bisogno di un’ora in più rispetto ad uno scalo in Europa. Considerate anche che gli aeroporti americani sono sempre piuttosto grandi e che potrebbe esser necessario un po’ di tempo anche per passare da un terminal all’altro. Visto che abbiamo toccato l’argomento, è bene sapere che alla dogana non si limitano a controllare il passaporto e le impronte digitali ma fanno anche qualche domanda: come ad esempio dove siete diretti, dove alloggerete, come mai siete venuti negli Stati Uniti, qual’è la vostra professione, e così via … Nel caso non siate particolarmente pratici con l’inglese, provate già a prepararvi qualche possibile risposta prima del vostro arrivo.
  6. Bisogna sapere che negli USA la MANCIA è praticamente obbligatoria: in ristorante, ad esempio, alla consegna dello scontrino si deve selezionare se si intende lasciare come mancia il 10%, 15% o 20% dell’importo totale. In altri posti (come nelle caffetterie o nei baracchini in strada) trovate invece il classico barattolo posto di fronte alla cassa, per cui la scelta dell’importo è un pò più libera. Ad ogni modo la regola vorrebbe che si trattasse sempre minimo del 10% del totale.  Non essendo particolarmente chiaro il perché di questa prassi, molti turisti italiani, soprattutto le prime volte, restano abbastanza seccati da questa pretesa inattesa. È quindi importante sapere che gli stipendi dei camerieri negli Stati Uniti sono veramente bassi (circa 3,5$ l’ora) e le mance risultano quindi un’integrazione fondamentale per loro. Logicamente è il sistema ad essere sbagliato ma i lavoratori non ne hanno colpa, quindi la mancia è praticamente un loro diritto. 
  7. Altro questione da tenere sempre presente quando si fanno acquisti negli USA è il discorso delle TASSE. Abituati al sistema italiano, in cui troviamo sempre il prezzo già compreso di IVA, dobbiamo fare attenzione a ricordare che negli USA invece i prezzi sono quasi sempre esclusi di tasse e che ogni Stato ha una tassazione diversa: ad esempio in Illinois la tassazione è del 10,25% mentre in Florida è del 7,5%. Per la città di NY invece la tassazione è dell’8,875% ma ne è esente per quanto concerne i prodotti di abbigliamento. Ciò significa che se avete in programma un viaggio itinerante, meglio destinare lo shopping alla tappa newyorkese o comunque valutare quale stato abbia la tassazione più bassa.
  8. Visto che ci siamo, approfondiamo quindi l’argomento SHOPPING. Gli Stati Uniti non sono poi così economici come si pensa, molto vuol dire il cambio €/$ che, purtroppo, ormai è giunto quasi alla parità. Un cambio 1€ : 1,11$ è poca cosa, significa un risparmio di circa il 10%. Quando invece nel 2013, durante il nostro primo viaggio negli Stati Uniti, il cambio era 1€ : 1,33$, la convenienza degli acquisti è stata ben altra cosa. Non scorderò mai i miei meravigliosi jeans Levis (di un modello perfetto, peraltro introvabile in Italia) pagati solo 30€!! In ogni caso molto dipende anche dai marchi a cui si è interessati: ovviamente tutti i brand nati negli USA hanno prezzi più bassi perchè non sono stati importati (Apple, Nike, Adidas, Tommy Hilfiger e Ralph Lauren sopra i tanti); molti altri brand interessanti invece si trovano quasi esclusivamente qui, sebbene ormai stiano prendendo piede anche in Europa: tra questi Victoria’s Secret, Abercrombie, Hollister, Forever 21, ecc …  Ovviamente in questi casi il risparmio c’è e aumenta o diminuisce a seconda del cambio e della tassazione statale. Acquistando invece marchi europei come Zara, H&M, Intimissimi, … il risparmio non esiste.
  9. Alcune tappe e spostamenti all’interno degli Stati Uniti si possono effettuare anche con le loro compagnie di pullman. Ad esempio, durante il nostro primo viaggio, abbiamo percorso la tratta Washington-New York a bordo di un comodissimo pullman della Greyhound, dotato anche di connessione Wi-Fi. Diverso è se il viaggio include più tappe o se si vuole godere delle soste panoramiche lungo la strada (come abbiamo fatto noi scendendo lungo la Highway 101 in California o risalendo la East Coast da New York verso Boston). In questo caso è necessario NOLEGGIARE UN’AUTO. Noi ci siamo sempre affidati ad Alamo che, assieme ad Hertz, è la compagnia di autonoleggio più diffusa negli USA ma è leggermente più economica di quest’ultima. Abbiamo sempre preferito effettuare già dall’Italia una prenotazione con cancellazione gratuita. Naturalmente è possibile prenotare anche in loco, tuttavia ho sempre temuto di incappare in qualche fregatura dovuta al nostro inglese non troppo esperto. Prenotando da casa si ha invece tutto il tempo di leggere con calma le condizioni, di scegliere il modello d’auto consono per le proprie esigenze, la giusta polizza d’assicurazione e di aggiungere gli extra realmente necessari. Anche se si tratta senz’altro di una compagnia affidabile, a parità di prenotazione da casa, una volta arrivati a ritirare l’auto ci han sempre proposto qualcosa di diverso: o il massimale da alzare o da aggiungere la copertura per gli atti vandalici; a volte il pieno di carburante e/o il navigatore sono considerati già inclusi, a volte no … Gli operatori provano sempre a farvi aggiungere qualche extra ma se voi avete eseguito attentamente la prenotazione da casa potete rispondere tranquillamente che siete a posto così. Tuttavia le prime volte si resta un attimo spiazzati. In particolar modo non cedete alla lusinga di farvi dare un’auto più grande (a meno che non possiate permettervelo senza pensieri). Lo standard delle macchine americane è più grande di quello europeo e quella che loro chiamano compatta è paragonabile ad una nostra berlina. Noi abbiamo sempre scelto l’opzione “Economy tipo Kia Rio o simile” con 5 porte e ci è stata consegnata una volta una Ford Focus, un’altra volta una Hyundai i20 e un’altra ancora una Cheovrolet Cruze: tutte comodissime e perfette anche per i viaggi più lunghi. Un’altra cosa da sapere riguarda il costo del noleggio. Tutto sommato i prezzi non sono proibitivi: basti pensare che durante il nostro tour dei Parchi Naturali abbiamo pagato circa 350€ per 15 giorni (durante i quali abbiamo percorso ben 5000 km). Al contrario, per soli cinque giorni durante il nostro tour Chicago-Toronto-Niagara-NYC, abbiamo speso circa 650€. Assurdo vero?? Ciò che più di tutto influenza la spesa del noleggio è il luogo di riconsegna dell’auto. Se si riconsegna la vettura in uno Stato diverso da quello in cui era stata prelevata, si può pagare una tassa che, a seconda delle distanze, può arrivare a costare anche 350$, come nel nostro caso. Chiudo l’argomento con un’ultima considerazione. Anche se al momento della prenotazione inserirete già sia la data che l’orario per il ritiro dell’auto, la consegna non è sempre veloce: possono esserci altre persone in attesa, vengono controllati i documenti, come dicevamo prima cercano di vendere delle integrazioni, spiegano le condizioni del noleggio e solo infine consegnano l’auto. Calcolate almeno mezz’ora di tempo. Al contrario invece, la restituzione del veicolo è rapida e molto semplice: basta parcheggiare l’auto all’interno del loro parcheggio e lasciare le chiavi allo sportello. Purtroppo la macchina non viene controllata sul momento, così da darvi modo di ribattere ad eventuali contestazioni (come graffi, botte, ecc). Per sicurezza vi consiglio quindi di fotografare eventuali difetti del veicolo il primo giorno e di fotografare le condizioni dell’auto al momento della riconsegna.
  10. Se all’interno del vostro viaggio avete intenzione di visitare più di un parco nazionale, fate bene i vostri conti. Esiste la possibilità di acquistare l’ANNUAL PASS, un pass a validità due anni che consente l’accesso a tutti i parchi nazionali degli Stati Uniti, al costo di 80$ a veicolo. Si può stipulare all’ingresso di qualsiasi parco del circuito nazionale e poi semplicemente esibirlo per accedere ai successivi.
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